Forfettari sostituti in Decreto Crescita

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Il “Decreto Crescita” (D.L. n. 34/2019, G.U. del 30 aprile 2019, n. 100), nel suo art. 6 prevede un nuovo adempimento carico degli aderenti al regime forfettario che si avvalgono di dipendenti e collaboratori: ovvero quello di svolgere le ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati.
La modifica armonizza il regime forfettario, secondo l’art. 1, commi 54-89 L. n. 190/2014, agli interventi effettuati sullo stesso mediante la Legge di Bilancio 2019, ossia, la cancellazione della soglia di 5.000 euro relativa alle spese sostenute per l’impiego di lavoratori, oltre cui, fino allo scorso anno, era impossibile l’accesso al regime. Nello specifico, si tratta delle ritenute di cui agli art. 23 e 24 D.P.R. n. 600/1973.
La modifica sarà effettiva fin dal 1° gennaio 2019 ed è già prevista anche per i contribuenti che ricadranno nel nuovo regime sostitutivo applicabile, a partire dal prossimo anno, nel caso di ricavi/compensi da euro 65.001 e 100.000.
Nella Relazione illustrativa del Decreto si può leggere che “La disposizione semplifica per i lavoratori interessati la gestione degli adempimenti fiscali evitando ai medesimi l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi allo scopo di liquidare l’IRPEF, nonché le addizionali regionali e comunali. Peraltro, si sottolinea che dal punto di vista degli adempimenti del datore di lavoro, questi ha già, comunque, l’obbligo di assolvere tutti gli adempimenti previdenziali, liquidando mensilmente i contributi a proprio carico e quelli trattenuti al lavoratore, versando tramite modello F24 gli stessi, nonché presentando tutte le relative comunicazioni previdenziali e assicurative agli enti di pertinenza. Conseguentemente per il datore di lavoro, non si configura un sostanziale aggravio di adempimenti”.

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